Olga

 

                                                                      OLGA

La protagonista del libro è Olga, un’anziana signora triestina, la cui famiglia è di origine ebraica. Olga, dopo esser stata ricoverata in ospedale, in seguito ad un malore e avendo intuito dai dottori di non aver più molto tempo per vivere, decide di scrivere delle lettere alla nipote Marta. Quest’ultima ha diciannove anni è quando la nonna si sente male è negli Stati Uniti. Nella prima lettera, datata 16 novembre 1992, la nonna ricorda a Marta che, quando era piccola, le aveva letto “Il piccolo principe” e che la nipote avesse voluto, da quel giorno, una rosa tutta per sé e un cane, Buck. Proprio riguardando quella rosa nel giardino di casa, Olga decide di raccontare a Marta tutti i suoi segreti e di aprire il suo cuore, prima di andarsene. Olga inizia così a raccontare la sua vita. La vicenda comincia nei decenni che precedono la Seconda Guerra Mondiale. I suoi genitori erano molto rigidi e freddi e lei cresce con problemi affettivi. Riuscì, per esempio, con molta fatica a frequentare il liceo classico; il padre le diceva che non le sarebbe servito a niente, ma nonostante ciò lei andò lo stesso. Quando però terminò il liceo, chiese di frequentare l’università a Roma e le venne proibito. Non tentò neanche di opporsi perché all’epoca, i giovani, si pensava fossero incapaci di prendere decisioni proprie. Olga si sentì costantemente costretta ad una vita casalinga ed insoddisfacente, che non le permetteva di conoscere il mondo che la circondava e del quale era curiosa. Olga giurerà a sé stessa che quando avrà dei figli non si comporterà in modo così tirannico, eppure la vita la metterà davanti ad una realtà diversa.
Tra i venti e i trent’anni Olga conosce un collega del padre più vecchio di lei, Augusto. All’inizio sembrava che i due si volessero bene e fossero felici. Si sposarono dopo poco tempo e fecero un matrimonio sbrigativo, che sembrava quasi essere “combinato”. La coppia, nel 1940, si trasferì a l’Aquila, in Abruzzo, regione in cui era nato Augusto. In meno di tre anni il loro rapporto era già logorato; Augusto passa le serate al circolo con gli amici e di giorno si rinchiude nel suo studio a riordinare le collezioni di coleotteri. I due avevano poco dialogo e nessun argomento da condividere. Olga è insoddisfatta della vita che conduce ma non si ribella perché a quei tempi non c’era il divorzio e per rompere il matrimonio dovevano esserci dei gravi maltrattamenti. Alla fine della guerra Olga e Augusto tornano a Trieste e la protagonista, ormai trentenne, avrebbe desiderato avere un figlio. Olga si reca per un periodo di cure e riposo a Porretta Terme e conosce un medico, Ernesto. Quest’ultimo è sposato e ha un figlio ma, nonostante questo, i due si innamorano e Olga rimane incinta. La donna, però, fa credere ad Augusto che il figlio che aspetta sia suo. Nascerà una bambina, Ilaria. Olga continua così ad avere una doppia vita: da un lato moglie e madre con Augusto, dall’altro amante di Ernesto. La relazione segreta, verrà bruscamente interrotta dal destino, quando Ernesto morirà in un incidente d’auto. La morte dell’uomo, l’unico che abbia mai veramente amato, fa ammalare Olga di depressione.  La malattia di Olga non crea particolari problemi con Augusto, malato anche lui, ma crea una profonda frattura con Ilaria, che avverte la mancanza di affetto della madre.
Olga riesce a ritrovare un equilibrio mentale rifugiandosi nella fede cristiana, aiutata nel suo percorso interiore da Padre Thomas, gesuita proveniente dalla Germania. Nel frattempo però Ilaria è partita per Padova, dove frequenta l’università ed entra in contatto con delle associazioni femministe: siamo nel 1968 e le ribellioni degli studenti sono ormai iniziate. Poco prima di morire, Augusto fa capire ad Olga di aver sempre saputo di non essere il padre di Ilaria. Olga è sommersa dai rimorsi e cerca di ristabilire un dialogo con la figlia. La ragazza, viste tutte le tensioni familiari, decide di abbandonare l’università. Dopo poco scopre di aspettare un bambino, ma non sa chi sia il padre. Nasce Marta e dopo il parto Ilaria ha un crollo nervoso, assume farmaci e droghe; chiede un aiuto economico alla madre che glielo nega e durante una lite, le confessa che Augusto non era il suo vero padre. Ilaria, sconvolta, prende la macchina, fa un incidente e muore, proprio come il vero padre Ernesto. Olga si trova così a cresce la nipote con la quale, contrariamente a quanto successo con la figlia, ha un rapporto di affetto e complicità. Tra la fine del liceo e l’inizio dell’università però, Marta dà segni di insofferenza e diventa prepotente anche con la donna che l’ha cresciuta. A diciannove anni, parte per gli Stati Uniti e prima di partire nonna e nipote si accordano di non sentirsi per un po’ di tempo. Nelle ultime pagine Olga dice a Marta di avere cura di sé. Le raccomanda che, quando le si apriranno davanti tante strade e lei non saprà quale scegliere, non dovrà prenderne una a caso ma dovrà sedersi e aspettare, senza farsi distrarre da nulla, soltanto ascoltando il cuore. Solo quando avrà ascoltato il cuore potrà alzarsi e andare dove lui la porterà.

 

 

Commento

 

Questo romanzo mi ha molto emozionato, per diversi motivi.

Innanzitutto il linguaggio usato dall’autrice è molto semplice e questo mi ha permesso di leggerlo velocemente. Mi è piaciuto in particolare il fatto che la nonna non lasci tanto un bene materiale alla nipote, quanto un insegnamento. Attraverso questo romanzo ho percepito delle emozioni come se stessi vivendo la vicenda, perché leggendo mi sono immedesimata nei personaggi. L’ultimo aspetto che mi è piaciuto di questo libro è che c’è un finale aperto; la mia fantasia mi ha portata a pensare che Marta, dopo aver letto le lettere di Olga, sia tornata per passare gli ultimi giorni con la nonna.

E. IIIC

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