RACCONTO GIALLO COLLETTIVO 2A


 Racconto giallo collettivo classe 2 A


Era tardi e il commissario Gordon era stanco, non dormiva da dodici ore e non vedeva l’ora di tornare a casa dove il gatto lo attendeva impaziente di gustare le sue crocchette.

Improvvisamente suonò il telefono: “Commissario Gordon, mi salvi!...”  poi il silenzio. Il commissario pensò subito che fosse uno scherzo telefonico; poi si rese conto di quanto accadeva, la voce spaventata e rotta di quell’uomo significava che lo sconosciuto era veramente in difficoltà; Gordon chiamò quindi l’ufficio del suo collega Andrew Barbaros per chiedergli di intercettare la chiamata: scoprì che la persona abitava a pochi isolati dal commissariato e anche se molto scocciato, mise cappotto e cappello e si diresse verso la casa di quella persona.

Il collega gli trovò l’indirizzo: Red House Road, 23 interno 2.

In cinque minuti arrivò davanti al portone, fortunatamente aperto da una persona che portava a spasso il cane, e in men che non si dica si trovò davanti alla porta dell’uomo.

Ma in casa non c’era nessuno; solo un telefono su un divano, da cui probabilmente avevano chiamato; e la casa sottosopra. 

Sicuramente si trattava di un rapimento: la vittima era certamente l’inquilino di quell’alloggio; il nome era scritto sul campanello: il sig. Tom White.

Ma il Commissario cominciò a pensare che fosse necessario l’intervento della Polizia Scientifica  perché era fondamentale verificare se le impronte digitali, di chi era  stato lì dentro, erano già  state depositate negli archivi della polizia: in questo caso sarebbe stata una persona con dei precedenti.

Erano di un certo Roger Smith, un super criminale ricercato dalla polizia di tutto il mondo, perché era un pericoloso terrorista che aveva provato a dirottare un aereo, ma era scappato misteriosamente.

Per il commissario tutto era chiaro: Roger Smith aveva rapito Tom White.

Iniziarono subito le indagini e il Commissario iniziò a interrogare tutti i parenti di Tom White. Per prima interrogò la madre, lei gli disse che in passato assumeva troppe bevande alcoliche, fumava e frequentava  criminali, tra cui quello che la madre odiava più di tutti, guarda caso, Roger Smith! 

Ma se erano amici, perché Roger avrebbe ucciso Tom?

si chiese il Commissario.

Visitò di nuovo la scena del crimine e trovò un telefono con il vetro completamente distrutto, lo accese e quando sembrava potersi risolvere, nooooo: c’era il blocco facciale!!!!!!!!

Ma quando tutto sembrava perso: ideona! La foto vista a casa della madre di Tom poteva rimpiazzare il vero Tom. E così fu. Trovarono un messaggio di Roger Smith che diceva: “ Va bene verrò domani sera a bere una birra con te”. Quindi rapimento e probabile omicidio premeditato. Quando si aprì un nuovo messaggio, stavolta per Roger: “Ti aspetto” e poi tutto fu chiaro quando si aprì il programma del giorno: uccidere Roger con un coltello e occultare il cadavere, subito dopo scappare da papino. Insomma sarebbe dovuto andare dal padre di Tom: così fece, lo trovò e lo arrestò. Mentre era in prigione Tom disse al Commissario perché aveva ucciso Roger: gli aveva rubato una sigaretta.


Commenti

Post popolari in questo blog

Giuditta e l’orecchio del diavolo

“Ero un bullo”, la storia vera di Daniel Zaccaro

La montagna dell'Aquila