Incontro con Filippo Biolè

 

Incontro con l’avv. Biolè

L’ incontro con Filippo Biolé è stato molto interessante.

Ha parlato della sua famiglia che ha dovuto superare molte difficoltà perché fuggiva dai tedeschi per non farsi prendere e non farsi portare nei campi di concentramento.

Mi ha colpito molto quando ci ha fatto vedere la borsetta con dentro gli strumenti da dottore appartenuta a Bruno De Benedetti: molto interessante e commovente.

Mi ha stupito come lui sia riuscito a parlare di questo argomento così "pesante" con tanta calma.

Questo incontro è stato molto bello e spero che un giorno ci verrà a raccontare un altro fatto interessante.

B. 3G




Mercoledì 15 febbraio noi e la nostra classe abbiamo avuto l'opportunità di partecipare ad un incontro con l'avvocato Filippo Biolè in ricordo di Bruno De Benedetti.

Sulla base della testimonianza di sua zia Franca, memoria storica della famiglia, l'avvocato ci ha raccontato  dei suoi parenti ebrei che nella Seconda Guerra Mondiale sono dovuti scappare.

Ci ha detto che erano cinque fratelli, i due genitori, un cugino e degli zii.

Ci furono più di 200 leggi razziali, ad esempio a molti ebrei era vietato anche sedersi sulle panchine e nei negozi mettevano dei cartelli con scritto "Vietato agli ebrei e ai cani".

Dei suoi parenti scapparono in Svizzera, ma anche lì non si viveva nei migliori dei modi.

Il 19 novembre 1943 i suoi nonni erano gli unici  ebrei rimasti a Levante, un uomo si presentò alla loro porta e gli disse di scappare. Si procurarono dei documenti falsi.

Le persone sapevano cosa stava succedendo: una persona aveva anche rivelato che ad Auschwitz massacravano gli ebrei uccidendoli nelle camere a gas.

Nel 1945 Genova fu la prima città a liberarsi da sola, così i suoi parenti tornarono tutti tranne suo zio Bruno che era stato catturato e portato nei campi di concentramento.

L'avvocato ha fatto molte ricerche.

Questo incontro è stato molto interessante. Secondo noi queste cose sono da ricordare. Speriamo che ci possano essere altri incontri così.

Lisa ed Eleonora 

3G




Incontro con Filippo Biolé

Il giorno 15 Febbraio 2023 le classi terze della scuola Massimo D'Azeglio hanno partecipato all’incontro con Filippo Biolé, avvocato venuto a parlare dello sterminio degli ebrei e delle leggi razziali.

Biolè ha raccontato della sua famiglia di origini ebraiche che ha cercato di scappare da Genova e soprattutto ha raccontato di Lia De Benedetti prima donna d’Italia laureata, sorella di Bruno De Benedetti arrestato e poi deportato. 

Ha inoltre raccontato che alcune leggi erano terribili come ad esempio l'esonero dalla scuola di ragazzi e professori ebrei ed anche il fatto che non si potevano celebrare matrimoni “misti”. 

Si racconta inoltre che la famiglia De Benedetti chiese ospitalità a più persone, anche se purtroppo, nessuno si fece avanti. 

Da qui prendono in considerazione di passare il confine svizzero anche se poi purtroppo finiscono nelle mani dei contrabbandieri. 

Dopo poco, ricevono la triste notizia che Bruno è stato catturato e poi purtroppo ucciso. 

Un incontro veramente emozionante che mi ha fatto riflettere su cose accadute in passato che dovrebbero essere ormai superate e mai più ripetute. 

Un racconto tristissimo di vicende realmente accadute che purtroppo hanno lasciato un segno indelebile. 

Un incontro veramente indimenticabile che si conclude con il suggerimento da parte di Biolé di non arrendersi mai e di combattere sempre a testa alta per difendere i nostri diritti!

Leonardo

3G



Incontro con Filippo Biolè 

Con la prof Piccardo, abbiamo fatto un incontro molto interessante che mi sta molto a cuore.

É stato un incontro molto speciale, con protagonista la famiglia di Filippo Biolé.

Filippo é un avvocato che, determinato a sapere la storia e la sorte della sua famiglia, per anni ha svolto numerosissime ricerche, fino a che ha trovato la triste e sconvolgente verità…

Questa storia la trovo molto triste, ma allo stesso tempo molto costruttiva. 

Una delle cose che mi sono piaciute di più è il fatto che il narratore, Filippo a raccontare questa storia, é stato molto calmo e non sopraffatto dalle emozioni , (reazione prevista da tutti). 

La sua famiglia, per salvarsi, ha dovuto superare moltissime avversità, sfuggire da fascisti e perfino affidarsi alle mani dei contrabbandieri…

Mentre raccontava la sua famiglia, sembrava essermi accanto.

Lorenzo 

3G




Il 15 febbraio abbiamo assistito, io e la mia classe, ad un incontro con l’avvocato Filippo Biolé. 

Biolé ci ha raccontato come hanno vissuto i suoi parenti ebrei durante il periodo fascista in Italia. 

Le persone coinvolte sono vari membri della famiglia De Benedetti. 

Nel 1938 furono pubblicate le leggi “per la difesa della razza”. 

Erano regole rigidissime che proibivano agli ebrei e a persone con parenti di origini ebraiche di usufruire della propria libertà. 

I componenti della famiglia De Benedetti dovettero faticare molto per riuscire a salvarsi, tra scappare da una parte all’altra fino ad arrivare in Svizzera, anche se con difficoltà. 

Un membro della famiglia non riuscì a sopravvivere: Bruno De Benedetti venne catturato dai soldati fascisti e portato in un campo dove morì. 

Queste informazioni Biolé le ha avute dalla testimonianza di sua zia Franca. 

Non oso immaginare quanto abbia faticato a tenersi tutto dentro per così tanto tempo. Non potremo mai capire quanto è stato duro sopportare il peso del silenzio.

Questo incontro mi è piaciuto molto e penso sia stato un gesto incredibile quello di esporre un qualcosa che è stato tenuto nascosto per tanto tempo.

Alessia 

3G



Mercoledì 15 febbraio abbiamo incontrato l'avvocato Biolè nella palestra della nostra scuola con le altre terze .

Ci ha parlato di come la sua famiglia ha subito le leggi razziali e come hanno vissuto quel periodo, soprattutto lo zio Bruno.

All'inizio ci ha fatto un quadro generale dicendo perché il 27 gennaio del 1945 è la Giornata della Memoria, cioè quando è stato liberato il campo di Auschwitz .

Dal 1938 vennero emanate più di 200 leggi razziali. Secondo Biolè la peggiore è stata quella di non accettare gli ebrei nelle scuole, né come studenti né come insegnanti .

Man mano che venivano aggiunte queste nuove leggi, gli ebrei si trovavano nella situazione di non poter fare nulla .

Alla fine della guerra i suoi familiari tornarono a casa ma lo zio Bruno non tornò , dopo degli anni arrivò una lettera a casa che diceva che era ufficialmente morto.

Così l'avvocato Biolè decise di indagare sulla morte dello zio.

Bruno De Benedetti era un medico e morì a soli 33 anni nel campo di concentramento di Kaufering il 31 Dicembre 1945 .

L'avvocato ha ricevuto una borsetta con dentro gli attrezzi del lavoro dello zio Bruno, che ha portato anche all'incontro .

In sua memoria hanno messo una pietra d'inciampo in via Mameli 1.

Giulia 

3G


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