Lettera a Anne Frank

 



Cara Anne,

sono Alessia, ho 14 anni, vivo a Genova e conosco la tua storia.
Io adoro leggere e tu amavi scrivere, quindi saremmo potute andare d’accordo.
So che avresti voluto diventare una scrittrice.
Avresti voluto esporre le tue idee e non avresti mai, e dico mai, lasciato vincere il silenzio.


Avevi la mia età quando hai affrontato quella situazione difficile e mi dispiace per come sia andata a finire.

Ma sai una cosa?

Il silenzio non ha vinto perché tutti ora conoscono la tua storia.

Vieni ricordata da tutti noi e il tuo diario è sulla bocca di tutti.

Secondo me sei stata una ragazza fortissima e nonostante tutto non hai mai lasciato perdere le tue passioni, diventando così un punto di riferimento per il mondo, ma soprattutto per me.

Sei simbolo di coraggio e di forza... e io ti ammiro molto,

Alessia

Cara Anne Frank,

mi dispiace molto per la triste sorte toccata a te e alla tua famiglia.

Ti ricordi tuo padre ? Beh, certe volte lo hai trattato "male", ma é stato fondamentale per tutta l'umanità.

Infatti, una volta sopravvissuto ai campi di concentramento, far pubblicare il tuo diario è diventato il suo unico obiettivo.

Certo, potrebbe darti fastidio il fatto che abbia pubblicato il tuo diario, di nome Kitty, ma lo ha fatto per una sola ragione: RICORDARE. 

Ricordare l'orrore e le terribili oscenità compiute dai nazisti, ma anche dai fascisti e soprattutto la componente piú importante che ha favorito il compimento di questi atti orrendi: l' INDIFFERENZA di tutte le persone che fecero finta di non vedere.

Solo poche si distinsero, cercando di nascondere gli ebrei nelle loro case, rischiando la vita.

Lorenzo C.

CARA ANNE…
sono una delle tue più grandi ammiratrici e ci tenevo a dirti che sei una delle persone più sfortunate ma speranzose di cui mi abbiano mai raccontato a scuola. 
Il 27 gennaio, proprio in quel giorno, tutti iniziano a parlare di te!
Ogni anno ci raccontano di quanto tu sia stata forte nel periodo in cui tu e la tua famiglia vi nascondevate dai nazisti…. sinceramente io non ce l’avrei mai fatta a convivere in uno spazio così piccolo con tutte quelle persone e nemmeno nelle condizioni in cui avete vissuto così a lungo…
Ammiro tantissimo l’impegno con cui hai scritto il tuo diario, ma non mi sembra giusto che il contenuto sia stato reso pubblico, perché alcune parti sono molto private e se fossi stata in te lo avrei nascosto per bene. 
Dicono che quell’orribile giorno arrivò con il ritrovamento dei documenti di qualcuno di voi al piano di sotto, da parte di ladri. Se non fosse per loro, avresti potuto sopravvivere e, tra l’altro, circa un mese dopo la tua morte il campo venne liberato… impressionante…
La cosa che mi piace di più dei tuoi racconti è il posto in cui vi nascondevate, perché il fatto che dietro ad una semplice biblioteca si potesse nascondere quasi un altro mezzo appartamento è affascinante. 
Inoltre sono anche andata a visitare casa tua quest'estate e, se fossi vissuta lì, quel nascondiglio sarebbe stato il mio preferito. 
Anche e soprattutto il coraggio con cui i vostri amici vi nascosero è davvero audace, questa è la vera amicizia.                                
Ora è cambiato tutto, ma l’odio verso altre “razze” c’è sempre stato purtroppo.
Tutte le cose che sono successe a te e alla tua famiglia, ma non solo, a tutti gli ebrei, sono sconvolgenti, e ogni anno mi ritrovo a piangere vedendo i film sulla Shoah, perché penso a come sarebbe stato se al posto vostro ci fossimo stati noi, il sol pensiero mi gela il sangue…
Spero che questo disastro non avvenga mai più, perchè non c’è mai stato un motivo sensato, ma in qualche modo dovremmo essere tutti a favore della libertà, e invece..
Dalla tua ammiratrice,
 Anastasia

Cara Anna,

purtroppo sono a conoscenza di tutto ciò che ti è successo e di tutto quello che hai dovuto affrontare, anche se con timore, a testa alta. 

Per me, la tua storia è un prezioso punto di riferimento e di riflessione, che mi fa capire quanto siano uniche e preziose la vita e la libertà. 

Secondo il mio punto di vista , il tuo diario, resta e resterà sempre un grande capolavoro in grado di trasmettere forti emozioni e sensazioni.

Inoltre, leggendo il tuo Diario ho capito quanto a noi ragazzi la libertà sembri cosa normale e scontata, cosa che invece per te non lo è mai stata…

Le vicende accadute in passato in quel terribile periodo, a partire dalle leggi razziali, per finire con i campi di concentramento, sono state cose terribili, disumane ed inconcepibili, come il fatto che per un lungo periodo tu, insieme alla tua famiglia, vi siate dovuti nascondere vivendo attimi di terrore… Cosa inconcepibile per una ragazzina della tua età.

Anche se la luce nei tuoi occhi è stata spenta da esseri malvagi, il tuo coraggio, la tua simpatia e la tua voglia di scrivere e vivere rimarranno sempre impressi nella Storia!

Leonardo

 Anna Frank
La storia di Anna Frank e della sua famiglia la conosciamo praticamente tutti.
Anna è una ragazza ebrea di 13 anni, vissuta durante il periodo delle leggi razziali.
Anna, a causa di queste leggi, per non essere catturata dai nazisti, si è dovuta nascondere insieme alla sua famiglia nel retrocasa, dietro l'ufficio di suo padre.
Insieme alla famiglia di Anna, si rifugia anche la famiglia Van Pels e Fritz Pfeffer.
Otto Frank, padre di Anna, impose delle regole per non essere scoperti: si poteva fare rumore e parlare solo nell'ora di pranzo, quando tutti i lavoratori erano a pranzo e dopo le cinque di pomeriggio quando i lavoratori tornavano a casa dopo le giornate di lavoro.
L'unico contatto con il mondo esterno lo avevano con la segretaria che lavorava nell'ufficio del padre, Miep Gies. Miep Gies, non portava solo da mangiare alle famiglie, ma portava anche tutte le informazioni sulla guerra e su quello che succedeva all'esterno di quel retrocasa.
Anna aveva l'unico momento di tranquillità e sfogo quando saliva nella soffitta, dove riusciva a guardare fuori e a scrivere il suo diario, regalo della sua famiglia per il suo compleanno dal quale non si è mai separata.
Dal 1942 Anna e la sua famiglia, i Van Pels e Pfeffer si erano nascosti riuscendo a sopravvivere con quello che Miep Gies riusciva a portargli e senza farsi scoprire, fino al 4 agosto 1944 quando vennero tutti arrestati e portati nei diversi campi di concentramento.
Purtroppo morirono tutti, tranne il padre di Anna, Otto, ed è proprio grazie a lui che noi abbiamo tutte queste informazioni, grazie a lui e al diario scritto da Anna durante tutto il periodo in cui si sono nascosti.
Quel diario è stato per Anna come una migliore amica alla quale raccontava le sue giornate, belle o brutte, i suoi pensieri e le sue emozioni.
La storia di Anna e della sua famiglia mi ha fatto pensare a quanto possa essere inumano vivere per diversi anni, avendo la continua paura di essere scoperti, e alla forza che hanno avuto tutte le persone che come loro si sono dovute nascondere da queste persecuzioni e anche al coraggio che hanno avuto le persone che in quel periodo hanno nascosto e aiutato gli ebrei in un periodo così difficile.
Alice


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